Perché il nome AURI?

Sono stati in molti a farci questa domanda e questo significa due cose:

1. Interesse per le nostre iniziative;

2. Desiderio di sapere il perché di ogni singola decisione.

Non si pensi che – da parte nostra – la scelta di questo nome sia stata casuale: quando si intraprende un cammino vitale non si può improvvisare, occorre pensare a tutto, anche a quelli che si possono definire dettagli, altrimenti addio sogni di gloria. E il nome non è mai un semplice dettaglio.

La scelta del nome Auri è da attribuire a vicende accadute in epoca Romana sotto l’appena nato impero di Aureliano (270 -275 dc).

Chi era Aureliano?

Lucio Domizio Aureliano (Sirmio, 9 settembre 214 – Bisanzio, 25 settembre 275) è stato un imperatore romano, dal 270 alla sua morte datata 275 DC.

Militare di carriera, fu elevato alla porpora dai soldati, e dai soldati fu ucciso dopo appena cinque anni di regno. Malgrado la brevità del suo governo, riuscì a portare a termine dei compiti decisivi affinché l’Impero romano superasse la grave crisi del terzo secolo: frenò una serie di invasioni da parte dei barbari, in particolare quella degli Alemanni e ricompose l’unità dell’Impero, che rischiava di frantumarsi in tre parti tra loro ostili.

Dopo aver assicurato l’unità dell’Impero, Aureliano riorganizzò l’economia e ne rafforzò il potere centrale. Rese indipendenti dallo Stato gli armatori navali e altri collegi professionali d’importanza generale e attuò una riforma monetaria.

La riforma monetaria di Aureliano

Davvero poche sono le notizie riguardo agli eventi che portarono a questa riforma e alla soppressione della rivolta chiamata bellum monetariorium . Nello scoprire i dettagli è lecito supporre che fa parte di quelle nozioni e di quella parte di storia che “deve rimanere nascosta” per non documentare la consapevolezza della gente riguardo ai vari passaggi della truffa monetaria perpetrata nel corso dei secoli alla popolazione mondiale.

All’epoca l’Imperatore, poco amato dal senato che sperava di recuperare potere per sé, scoprì una vera e propria truffa portata avanti da alcuni senatori in combutta con i monetari, ovvero coloro che nelle 12 zecche del regno coniavano monete per l’Impero. Questi ultimi, erodevano parte dei metalli utilizzati per il conio, già all’atto dell’emissione, intaccando e diminuendo, di fatto, il valore delle monete.

Secondo Eutropio, storico e politico nato il secolo seguente, parte di quel valore sottratto andava a rimpinguare le tasche degli stessi monetari e dei senatori dell’Impero già nei secoli precedenti, a tal punto da intaccare persino l’effige
riportata in maniera iconografica nel fronte delle monete fin dall’uscita dalla zecca.

Per questi motivi, Aureliano, condannò a morte diversi senatori che, avendo il consenso non solo dei lavoratori in questione ma, grazie alla persuasione, anche di una parte del popolo, riuscirono ad orchestrare una rivolta chiamata appunto “bellum monetarariorium” che portò allo scontro con l’esercito e alla morte di 7000 persone che lottarono in nome dei senatori poi condannati a morte.

Conclusioni Storiche

E’ veramente difficile poter comprendere le ragioni dei monetari e dei senatori, ovvero, non sappiamo se si trattasse di un tentativo di reazione alle pressioni “fiscali” del tempo a beneficio di alcuni. Quello che sappiamo è che di quelle azioni non beneficiò la collettività, ma solo una parte ristretta di essa, che faceva, tra l’altro, capo ad alcuni senatori che neanche in quel periodo non dovevano passarsela tanto male.

Siamo certi che parlarne possa causare troppe domande e possa diffondere ulteriori reperti alla truffa del signoraggio denunciata fin dai tempi di Aristotele. La nostra volontà di farci ispirare da quegli eventi sta nel fatto compiuto di trovarci di nuovo di fronte ad una truffa in campo monetario e alla reazione che ne è conseguita.

Per questo gli AURI prenderanno il nome ispirandosi ad Aureliano, imperatore che scoprì l’erosione criminale della misura del valore di quel tempo. Tra l’altro Auri è una nomenclatura semplice e breve che racchiude in sé gran parte
del padre della teoria del valore indotto, Il Professor Giacinto Auriti, un uomo che ci ha ispirato fino ad oggi.

Auri richiama l’oro nel suo più antico significato di misuratore del valore, anche in un’epoca lontana dal suo utilizzo come quella che viviamo. Per tutte queste dinamiche siamo arrivati a queste conclusioni e siamo sicuri che
riuscirete a comprenderne le dinamiche di pensiero.