NOMISMATICA: i difetti dell’economia

Nomisma era la denominazione assunta in età bizantina dal solidus aureus di Costantino il Grande, la principale unità monetaria dell’Impero bizantino, usata sino alla sua caduta nel 1453. Da nomisma deriva il termine di nomismatica per indicare la disciplina che studia la moneta all’atto dell’emissione.

Esiste una differenza sostanziale tra nomismatica (da non confondere con la numismatica) ed economia: la nomismatica analizza le caratteristiche della moneta all’atto dell’emissione e le conseguenze che queste caratteristiche determinano sulla macroeconomia e sulla microeconomia, mentre l’economia lavora sulla moneta già emessa, dandola per scontata nonostante sia una disciplina antichissima.

Purtroppo, l’economia l’ha abbandonata perché mentre la nomismatica è scienza, l’economia è filosofia. L’economia si fonda su ipotesi comportamentali che possono anche non determinarsi. Oggi, ad esempio, l’economia trascura il fatto che in condizioni di disequilibrio economico è necessario ricercarne le cause, ma non lo fa e quindi progetta rimedi senza tener conto che i rimedi ipotizzati necessitano di un’emissione monetaria adatta ad essi.

Dalla fine degli anni ’90 gli economisti di Paesi con caratteristiche economiche diverse si sono accordati per passare da un sistema di cambio flessibile ad uno di cambio fisso fra le monete nazionali senza dare il giusto peso alle caratteristiche che avrebbe dovuto avere l’euro ipotizzato. Quindi ci siamo ritrovati con una moneta che, a parte la zona di Francoforte, è nei fatti una moneta straniera emessa a debito del prenditore che fa arricchire i soggetti che, emettendola, ne trattengono proprietà e valore beneficiando anche del suo rendimento. Essendo emessa a debito del prenditore, questa lo costringe alla restituzione di un debito superiore alla quantità emessa. Ne consegue che in queste condizioni, per poter estinguere i debiti ci deve essere un organo che emetta la quantità di moneta mancante, pari almeno agli addebiti del soggetto che presta il denaro. Se l’emissione monetaria complessiva fosse pari a 100.000 miliardi di euro e il tasso di interesse pari all’1 per cento, a fine anno avremmo un debito di 101.000 miliardi di euro, ma solo 100.000 miliardi di euro in circolazione. Ecco perché in questo sistema qualcuno deve fallire, oppure è necessario aumentare il debito all’infinito.

Creando lo spread, attraverso il sistema europeo delle banche private e introducendo i tassi negativi si è creato un sistema nel quale vengono scelti a priori gli Stati da distruggere: quelli indebitati e quelli privi di banche pubbliche, l’Italia è il candidato maggiormente preso di mira.

Author: Paolo Tanga

Paolo Tanga, nato a Taranto nel 1947, laureato in Economia e Commercio all'Università degli Studi di Napoli, ha frequentato corsi di specializzazione post-lauream nei campi della ricerca operativa, dell'economia aziendale e in lingue straniere, in Italia e all'estero. Dopo esperienze di lavoro nel settore turistico, è stato impiegato direttivo nell'Inps e ha lavorato nell'Istituto di emissione Banca d'Italia. E' insignito delle onorificenze di Cavaliere al Merito della Repubblica e di Commendatorem cum Nomismate dell'E.O.S.S.H. Ha pubblicato: "Dalla crisi dell'Euro al rilancio dell'economia locale" (un'idea di come creare un sistema economico basato sulla moneta a credito) e "Per una nuova cultura d'impresa" (come subordinare il "mercato" alle necessità delle persone), editi dalla casa editrice edizioniSì rispettivamente nel 2016 e nel 2018 e oltre cinquanta articoli su "il sussidiario.it" in materia economica e di moneta.

3 Replies to “NOMISMATICA: i difetti dell’economia”

  1. RICCARDO CARIAGGI says:

    Sono un medico in pensione, fruitore dei servizi bancari ma comprensibilmente ignorante di economia.
    Una cosa che ho percepito in questo periodo, è che “il libero mercato”, sui quali si è invitati a investire i propri risparmi, sia nelle mani di un ristretto numero di plutocrati che nei programmi del NWO abbiano il programma di creare tramite il giochetto dell’emergenza un crollo della Borsa “Globale” tale da ridurci tutti noi con le pezze in quel posto. Tale mio pensiero è suffragato dal livello di incompetenza della nostra classe politica e dal livello di delinquenza di chi la “governa”.
    Il tassello che non riesco ad inserire nel mio “teorema” è questo: come poter aspirare (per i Plutocrati) ad un Welfare in un oceano di Povertà.

    1. Paolo Tanga says:

      L’economia è molto meno della nomismatica se si contenta di avere una moneta come l’euro. L’ignoranza in economia viene indotta dal comportamento criminale di chi conosce esattamente le cose come stanno, per cui tutto appare incomprensibile. La causa principale del degrado economico italiano si fonda proprio sulle modalità con le quali l’euro è stato costruito e su come viene emesso. Noi dell’associazione, perciò, abbiamo individuato una modalità di associazionismo che consente a coloro che ne fanno parte di quantomeno ridurre e poi azzerare le negatività legate all’euro.
      Non ci soffermiamo nella ricerca dei colpevoli e del grado di colpevolezza: dobbiamo uscirne; perciò ci spendiamo gratuitamente per far capire le cause principali del dramma economico in cui ci hanno portato:
      1) una moneta che viene emessa in prestito e pretende di ottenere la restituzione dei prestiti concessi maggiorati degli interessi che non sono stati emessi e che potranno essere emessi soltanto se verranno chiesti in prestito (debito che cresce all’infinito e non potrà mai essere restituito);
      2) per aggravare la situazione l’introduzione dell’euro è stata preceduta dalla privatizzazione delle banche e della finanza ed il trasferimento all’estero della loro proprietà;
      3) con il nuovo governo tutto viene fatto in funzione della distruzione della proprietà individuale e delle piccole e medie imprese. Dai provvedimenti in corso anche queste proprietà saranno svendute all’estero.
      Ci rendiamo conto che il nostro sistema associativo allontana il tempo in cui avverrà il tracollo economico per i territori in cui sarà stato adottato e che, non avendo connotazioni politiche non è risolutivo. Ma se non facessimo questo nessuno si salverebbe.
      Ci conforta che coloro che si iscrivono come promotori associativi ci seguono e si affascinano dagli orizzonti nuovi che si dischiudono. Queste iscrizioni ci consentono di fare incontri più serrati per le zone in cui il numero delle adesioni fa sperare nella nascita delle associazioni territoriali. Ne abbiamo una che ha già firmato proprio ieri lo Statuto e il relativo atto costitutivo. Un altro gruppo è prossimo a raggiungere un numero di adesioni per fare altrettanto; in particolare alcuni componenti sanno trasmettere la passione per le opportunità che il sistema offre, perché ne hanno intravisto le grandi potenzialità. Da queste esperienze concrete rileveremo empiricamente la validità del progetto. A quel punto la salvezza per la nostra Italia sarà possibile, pur avendo chi rema contro. Per partecipare chiediamo un impegno simbolico: iscrivere i propri dati in qualità di Promotore Associativo e versare un contributo di appena 5 euro, che utilizzeremo per finanziare l’informatizzazione delle procedure contabili, consentire ai titolari di partita iva aderenti di pubblicizzarsi sull’applicazione da realizzare, che dovrà consentire di gestire il “cash back”. Il progetto mira a ridurre la circolazione della moneta legale che crea il debito inestinguibile sostituendo le banconote che servono per lo scambio con gli “auri”, uno strumento di proprietà del portatore che non indebita nessuno.

    2. Paolo Tanga says:

      Aggiungo la risposta alla sua visione attuale del nostro Paese: come poter aspirare ad un Welfare in un oceano di Povertà? E’ proprio quello che il circuito associativo è in grado di assicurare. C’è ancora tempo perché ci possano ridurre in un oceano di Povertà. perciò si tratta di agire. Finora non è stato ancora costruito un progetto che sia capace di ottenere risultati migliori di quelli che dimostreremo raggiungibili.

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